Le reti idranti sono impianti fissi di protezione attiva antincendio progettati per distribuire acqua in pressione attraverso una rete composta da tubazioni, idranti, lance e manichette. L’alimentazione può derivare da rete idrica, motopompa, autopompa o serbatoio, a seconda del contesto.
La manutenzione delle reti idranti, delle cassette e dei naspi è un aspetto essenziale per assicurarne il corretto funzionamento nel tempo.

Tipologie di reti idranti e configurazioni
Le reti idranti possono essere realizzate secondo diverse configurazioni impiantistiche, in funzione della distribuzione degli edifici, del livello di rischio e della continuità di servizio richiesta.
- La rete ad anello è caratterizzata da un circuito chiuso in cui l’acqua può fluire da più direzioni. Questa soluzione assicura maggiore affidabilità: in caso di guasto o manutenzione su un tratto, l’alimentazione resta garantita dai rami opposti.
- La rete a maglia si basa su un reticolo di tubazioni interconnesse. Viene utilizzata in strutture complesse, come stabilimenti industriali o grandi edifici, dove sono richieste flessibilità nella distribuzione e possibilità di alimentazione ridondante.
- La rete a ramificazione è la più semplice: l’acqua scorre in un’unica direzione, con terminali non interconnessi. È adatta ad ambienti con geometrie lineari e bassa complessità impiantistica, ma presenta limiti in caso di interruzione del flusso o variazioni di pressione.
Inoltre, a seconda della configurazione della rete, possono essere installati diversi tipi di idranti:
- Gli idranti soprasuolo, visibili e di immediato accesso, sono utilizzati prevalentemente in aree esterne e collegati direttamente alla rete tramite attacco standard.
- Gli idranti sottosuolo, protetti da coperchi interrati, richiedono l’utilizzo di un apposito gruppo attacco e sono adatti a contesti dove non è possibile installare elementi in elevazione.
- Gli idranti a muro si utilizzano all’interno degli edifici e vengono inseriti in cassette che contengono tubazione flessibile o un naspo avvolto su bobina, pronti all’uso.
Indipendentemente dalla tipologia di rete e dagli idranti previsti, ogni impianto si basa su una serie di elementi fondamentali.
Componenti principali della rete idranti
Ogni elemento della rete idrante deve rispondere a criteri di continuità, resistenza e conformità ai requisiti normativi. Queste soluzioni sono concepite per un impiego rapido anche da personale non specializzato e vengono installate in punti ben segnalati e accessibili.
Le principali componenti:
- Tubazioni: possono essere flessibili o semirigide, a seconda della configurazione dell’impianto e del tipo di idrante. Sono realizzate in gomma rinforzata, acciaio zincato o materiali compositi, con elevata resistenza a pressione e agenti esterni.
- Raccordi: normalizzati per garantire compatibilità tra gli elementi della rete e consentire collegamenti rapidi alle fonti idriche o ai mezzi di soccorso, come le autopompe.
- Lancia antincendio: terminale di erogazione dell’acqua, disponibile con diverse configurazioni di getto (pieno, frazionato, nebulizzato), in base al modello e all’impiego previsto.
- Rubinetto di intercettazione: regola l’apertura del flusso d’acqua e deve garantire manovrabilità immediata, soprattutto in situazioni di emergenza.
- Cassette antincendio: contengono tubazioni e dispositivi di erogazione. Possono essere a sportello chiuso, con vetro frangibile o apertura a chiave. Devono essere visibili, accessibili e adeguatamente segnalate.
- Naspi: dotati di tubazione semirigida avvolta su bobina orientabile, sono collegati direttamente alla rete idrica. Permettono un’erogazione continua durante l’uso e facilitano l’intervento rapido in ambienti interni.
Attacchi e alimentazione della rete
La rete idranti deve essere alimentata da una fonte idrica affidabile, in grado di garantire portata e pressione costanti. Le soluzioni più comuni sono:
- Rete idrica pubblica, dove disponibile con caratteristiche adeguate;
- Serbatoi dedicati, collegati a sistemi di pompaggio;
- Motopompe o elettropompe, per il mantenimento della pressione.
Negli impianti complessi o distribuiti su più livelli, è necessario installare un gruppo di pompaggio dimensionato secondo i fabbisogni dell’edificio. Questo deve tenere conto delle perdite di carico, del numero di idranti attivabili contemporaneamente e dei requisiti di esercizio.
Per il supporto da parte dei Vigili del Fuoco, è prevista la presenza di un attacco autopompa: un raccordo esterno normalizzato che consente l’alimentazione forzata della rete tramite veicoli antincendio. Deve essere sempre visibile, accessibile e in perfette condizioni operative.
Tutti i parametri legati all’alimentazione, pressione minima, autonomia idrica e caratteristiche delle tubazioni, come indicato nel D.M. 20 dicembre 2012, devono essere documentati nella relazione tecnica e conformi alla normativa vigente.

Integrazione reti idranti nei sistemi antincendio aziendali
La rete idranti, per essere efficace, deve integrarsi con gli altri sistemi di protezione attiva presenti in azienda, come impianti sprinkler e rilevazione fumi. Una progettazione coordinata assicura copertura complementare e continuità operativa.
Fondamentale è anche la formazione del personale interno, con addestramento pratico all’uso di lance, cassette e naspi, secondo quanto previsto nei piani di emergenza aziendale.
Obblighi normativi e ambiti di applicazione
Le reti idranti sono regolate dalla norma UNI 10779:2021 pubblicata dall’Ente Italiano di Normazione e dal D.M. 20 dicembre 2012, che ne disciplinano progettazione, dimensionamento e requisiti di esercizio.
La presenza di una rete idranti è prevista in numerose attività soggette al controllo dei Vigili del Fuoco, quando ricorrono specifici parametri di rischio, superficie o destinazione d’uso.
Tra gli ambiti più comuni si includono:
- Magazzini e depositi con superficie > 1.000 m²,
- Autorimesse oltre i 300 m²,
- Stabilimenti industriali con processi a rischio specifico,
- Centri commerciali e grandi superfici di vendita,
- Strutture sanitarie, scolastiche e ricettive,
- Attività soggette a regole tecniche verticali (RTV), come previsto dal Codice di Prevenzione Incendi.
L’obbligo può variare in base alla valutazione del progetto antincendio e ai criteri di rischio specifici, anche secondo il D.M. 3 agosto 2015, che in alcune configurazioni prevede l’adozione della rete idranti come misura di protezione primaria.





